Le verruche plantari sono delle lesioni superficiali,ricoperte di ipercheratosi
Le verruche plantari sono delle lesioni superficiali,ricoperte di ipercheratosi (callosità), in genere di piccole dimensioni e tondeggianti, spesso dolenti, causate da un infezione virale determinata solamente da pochi dei 120 ceppi del papilloma virus.
A seconda del ceppo virale responsabile dell'infezione, possiamo avere diversi tipi di verruche: singole:
La diagnosi si basa sulla semplice osservazione che evidenzia alcune caratteristiche particolari, che la distinguono da una semplice callosità,tali aspetti sono:
1. la scomparsa dei dermatoglifi ovvero quelle piccole linee presenti sulla superficie cutanea
2. la presenza di puntini neri (capillari trombizzati)
3. il sanguinamento all'incisione
4. il dolore più vivo al pinzettamento che alla pressione verticale
5. l'aspetto a “testa di cavolfiore”una volta rimossa la callosità che la riveste.
L'unico modo possibile per contrarre una verruca è il contatto che può essere o diretto o indiretto,ecco perchè,le zone più esposte come mani e piedi,soprattutto nella parte plantare,risultano le più colpite.
Per contatto diretto si intende il contatto pelle a pelle tra un soggetto infetto e uno non infetto, mentre per contatto indiretto si intende il contatto con superfici contaminate, dove cioè un soggetto infetto abbia potuto lasciare scaglie di cute contagiosa.
Il periodo di incubazione varia tra i 2 e i 9 mesi, ciò significa che un soggetto può manifestare la lesione cutanea fino a 9 mesi dopo essersi infettato, 9 mesi durante i quali rimane asintomatico ma contagioso,cosa che rende ovviamente ancor più difficoltosa l'attività di prevenzione.
La particolare attenzione rivolta ai bambini che praticano attività sportive, è legata al fatto che l'infezione,che colpisce l'1/2% della popolazione,ha il suo target d'elezione nella popolazione pediatrica, a causa di una minore “esperienza” del sistema immunitario.
La pratica dell'attività sportiva inoltre, espone ad alcuni dei principali fattori di rischio,prima su tutte la frequentazione di ambienti caldo umidi,come docce, saune, palestre o piscine, spesso frequentate da soggetti scalzi.
In tali ambienti il virus,grazie al clima favorevole, aumenta il suo periodo di sopravvivenza extra corporea e diventa quindi statisticamente più probabile il contagio.
Esistono chiaramente altri fattori di rischio che possono determinare il contagio:
1. Ridotta efficienza del sistema immunitario che può anche essere transitoria,legata ad esempio a stress o debilitazione psico fisica
2. Alterazione della funzione di barriera della cute dovuta ad abrasioni,traumatismi o macerazione
3. Scarpe o calze con ridotta traspirazione
4. Scambio di oggetti personali come ciabatte ,scarpe o asciugamani
5. Aspetti genetici che possono determinare maggior suscettibilità individuale
6. Allergie. I soggetti atopici possiedono infatti una minor efficienza del sistema immunitario a livello cutaneo.
Alla luce dei meccanismi di trasmissione e dei fattori di rischio, è possibile ridurre la possibilità di contagio, mettendo in atto dei comportamenti preventivi,anche se l'elevata contagiosità e l'ubiquità del virus, rendono impossibile la certezza di non contrarre una verruca.
Ecco alcune accortezze:
1. cambiare spesso scarpe, arieggiarle ed igienizzarle con prodotti specifici
2. non camminare a piedi scalzi in ambienti frequentati
3. dopo aver frequentato ambienti a rischio detergere il piede con un blando antisettico
4. in caso di eccessiva sudorazione del piede utilizzare prodotti per ridurre l'iperidrosi
5. non condividere oggetti come asciugamani, scarpe o calze
6. cambiare quotidianamente i calzini.
Se malgrado le precauzioni adottate contraessimo comunque una verruca, il consiglio è di rivolgersi prima possibile al podologo per la terapia specifica.
Se è vero infatti, che in alcuni casi queste scompaiono spontaneamente, poiché il virus viene sconfitto dal sistema immunitario,é altrettanto vero che tale eventualità non è in alcun modo prevedibile, ed è quindi auspicabile procedere con le cure adeguate.
Tante sono le possibilità terapeutiche, la maggior parte delle quali incentrate sulla eliminazione fisica del tessuto infetto: rimozione chirurgica,crioterapia con azoto liquido,laser e sostanze cheratolitiche le più usate.
A livello della pianta del piede,per la sua sensibilità, ed a maggior ragione nei bambini,la terapia meglio tollerata e con alte probabilità di successo è quella con acido salicilico.
Si tratta di un trattamento di automedicazione quotidiana da protrarre per circa 3-4 settimane, alternandolo a rimozione del tessuto infetto ad opera del podologo.
La guarigione avviene in maniera progressiva senza provocare un incremento della sintomatologia dolorosa,cosa che ne fa la terapia d'elezione nelle zone di carico come la pianta del piede.