In podologia l'unghia incarnita, o in termini medici onicocriptosi, individua
una condizione clinica nella quale, oltre al dolore nella zona del complesso ungueale, sono presenti altre caratteristiche ben definite. Spesso i pazienti utilizzano impropriamente il termine unghia incarnita, per indicare qualsiasi processo doloroso nei solchi ungueali,ovvero nella zona ai margini laterali della lamina ungueale,ma non necessariamente la presenza di dolore nei solchi è indice di un unghia incarnita.
Esistono condizioni di interesse podologico come
1. l'unghia involuta, ovvero eccessivamente curva.
2. O come una distrofia della lamina che può per questo risultare ispessita
Le quali possono sfociare in una sintomatologia dolorosa a carico del complesso ungueale senza che si possa per questo parlare di unghia incarnita.
Perchè un onicocriptosi possa definirsi tale, è necessario che la lamina riesca a lesionare la cute del solco ungueale penetrandovi all'interno, da cui il termine unghia incarnita ,con un successivo instaurarsi di un processo infettivo locale, spesso accompagnato alla crescita di un tessuto rosso vivo e sanguinante, che prende il nome di granuloma da corpo estraneo.
In base alla gravità del quadro clinico, si distinguono 3 gradi di unghia incarnita, dal primo in cui è presente soltanto un lieve arrossamento, al terzo in cui c'è ipertrofia dei tessuti molli, sanguinamento e secrezione purulenta.
Tra i fattori di rischio il principale è quello determinato da un taglio errato della lamina,troppo corta o con irregolarità nei solchi.
Altri fattori di rischio importanti sono:
1. l'utilizzo di calzature strette che aumentano la pressione della lamina nei solchi ungueali facilitandone la lesione.
2. l'iperidrosi o la secchezza cutanea che rendono la cute del solco ungueale meno resistente all'aggressione meccanica della lamina.
3. una alterata meccanica podalica Un piede pronato,ad esempio, che cioè tende a cadere verso l'interno,incrementa la pressione esercitata dalla lamina nel margine libero.
4. una alterata anatomia digitale Un alluce valgo, cioè deviato verso le dita minori, tende ad esercitare pressione contro il secondo dito, aumentando la forza con cui la lamina preme sulla cute del margine a contatto con esso.
5. una lamina sottile e per questo più tagliente. Questo spiega l'alta incidenza nella popolazione pediatrica, in cui fisiologicamente la lamina risulta meno spessa.
6. gambe e piedi gonfi. L'edema periferico aumenta il volume dei tessuti molli periungueali, incrementando la forza con cui essi entrano in conflitto con la lamina.
Evidenziati i fattori di rischio, di riflesso si possono mettere in atto dei comportamenti preventivi, utili ad abbassare l'incidenza dell'unghia incarnita.
a) tagliare le unghie non troppo corte evitando di entrare con strumenti taglienti nei solchi ungueali (per farlo sono indispensabili strumenti e manualità adeguati).
b) utilizzare calzature e calze con adeguato spazio per le dita.
c) in caso di iperidrosi tenere sotto controllo la sudorazione con prodotti astringenti.
d) mantenere la cute periungueale idratata e quindi più elastica e meccanicamente resistente.
Se nonostante tali accorgimenti, si incorresse comunque in un onicocriptosi, il consiglio è di recarsi quanto prima dal podologo.
E' utile sapere che, se trascurata, l'unghia incarnita può anche comportare conseguenze severe di natura infettiva come l'osteomielite, ovvero un coinvolgimento dell'osso nel processo settico.
Ricordiamo inoltre, sorvolando sui “rimedi della nonna”, che trattamenti casalinghi con prodotti antisettici o antibiotici raramente sono risolutivi; possono momentaneamente, questo si, attenuare la carica batterica e quindi migliorare il quadro clinico, ma il problema dell'unghia incarnita è e resta, un problema essenzialmente di natura meccanica , e come tale va affrontato.
Nei casi più lievi e non recidivanti il podologo sceglierà un approccio più dolce, basato sul semplice taglio della porzione di lamina che determina il problema.
Utilizzando strumenti piccoli ed affilati come i bisturi, si riesce a lavorare nel solco ungueale senza produrre eccessivo dolore al paziente.
Una volta eliminata la porzione di lamina che determina il problema, verranno consigliati prodotti locali per le medicazioni casalinghe.
In alcuni casi, allo scopo di evitare la recidiva, oltre all'educazione del paziente, potranno essere utili una correzione della curvatura della lamina ungueale (ortonixia), delle ortesi digitali su misura in silicone o dei plantari per migliorare la meccanica del passo.
Nei casi più gravi o sottoposti a frequente recidività, il trattamento ritenuto gold standard, ovvero la migliore pratica clinica, con il 97-98% di efficacia, è l'intervento di onicectomia parziale con fenolizzazione della matrice ungueale.
Priva di alcun senso è invece l'onicectomia totale, ossia l'asportazione totale della lamina, estremamente demolitiva, dolorosa e spesso nemmeno risolutiva nel lungo termine.
L'intervento di onicectomia parziale viene eseguito ambulatorialmente in anestesia locale.
Una volta anestetizzato il dito viene impedito il sanguinamento con un laccio emostatico, dopo di che si procede al taglio profondo della porzione di lamina interessata, rimuovendola dolcemente ed asportando in questo modo anche parte della matrice adesa ad essa.
Nel solco creatosi e sulla matrice residua, viene applicato mediante toccatura con cotone imbevuto, l'acido fenolico all'88%, il quale ha la capacità di distruggere le residue cellule di matrice ungueale, impedendo la ricrescita della porzione di lamina trattata.
L'acido fenolico possiede inoltre importanti proprietà antisettiche, cicatrizzanti ed anestetiche che contribuiscono a rendere veloce ed agevole il decorso post intervento.
Al termine del trattamento, che ricordiamo essere una procedura non incisionale che quindi non richiede alcuna sutura, viene eseguita una medicazione locale, ed il paziente potrà indossare le proprie calzature ed essere totalmente autonomo.
Per il dopo intervento verranno prescritti dal medico per precauzione degli antidolorifici, anche se non ne è quasi mai necessaria l'assunzione data la ridotta sintomatologia dolorosa presente.
Il paziente sarà seguito periodicamente per valutare il percorso di guarigione e per adattare, alle varie fasi del decorso, i prodotti da applicare localmente.
L'ultimo controllo, con la dichiarazione di risoluzione definitiva, normalmente avviene 4 settimane dopo l'intervento.